Storia


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Conoscere La Storia della Confraternita


Le origini

Nel 1260 partì dall’Umbria una grande processione di flagellanti, che raggiunse anche la Liguria al seguito di Raineri Fasani di Borgo San Sepolcro (Perugia); iniziò così quel comportamento caratteristico che portò poi ai vari regolamenti delle Confraternite.

Un grande risveglio spirituale e mistico percorse le popolazioni europee del XIV secolo. Dalla Provenza i “bianchi” arrivarono in Piemonte e nel maggio del 1399 passando attraverso Tortona, Gavi e Voltaggio discesero la Val Polcevera, raccogliendo gli abitanti con i loro stendardi e i loro crocifissi. Il sabato 5 luglio, i pellegrini, tutti vestiti di bianco, si incamminarono verso Genova stazionando in diverse chiese.

La processione giunse e si concluse a Santa Maria del Monte: per la città si svolsero solenni riti ai quali partecipò anche l’arcivescovo Giacomo Fieschi che li presiedette.

In seguito a questo movimento sorsero molte Confraternite di Bianchi tra cui anche la nostra Confraternita.


Gli inizi

STORIA_001 Foto dei vecchi documenti (20)

La nostra Confraternita compare nella storia il 17 agosto 1390 come compagnia di disciplinanti. Un atto notarile riporta che Galvano Grasso beneficò la chiesa, l’ospedale, i ponti di Prato (Pra’) e di Arbanega (Branega) e le due Compagnie di disciplinanti della Pieve. Le due Compagnie sono quelle dell’Assunta e di Sant’Erasmo in Voltri.

Il più antico documento in possesso della Confraternita è un testamento del 3 dicembre 1581 in favore del S. Oratorio di S. Maria Plebis e negli anni a seguire sono registrati numerosi lasciti e versamenti alla nostra Confraternita.


Prima di Napoleone

Nel 1653 (secondo l’Antologia Praese) fu commissionato allo scultore Bissoni il più bel crocifisso dell’Arciconfraternita mentre nel 1649 venne affrescata la volta dell’oratorio (si presume quindi che l’edificio sia stato ristrutturato in quell’anno).

La volta con l’affresco dell’Assunta (21)

Note Legali

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Il 17 giugno del 1674 il priore propose al Consiglio dell’oratorio di far costruire la Cassa della Madonna: all’uopo si delegavano il signor Pietro Paolo Bellando e il signor Carlo Merigo con più ampi poteri. Tutti i confratelli vennero tassati di due lire come è testimoniato dal registro dei verbali della Confraternita.

Ecco la trascrizione del documento:

1674 adì 17 Giugno

Il priore propone a tutta la Congregatione in n 79 di fare la Cassa della Madonna e di fare Da Cassia si è deputato il Sig Pietro Paolo Bellanio e il Sig Carlo Merigo acciò detti Signori la facciano fare a suo Gusto e parere che meglio li parà che stia bene e tutta la Compagnia de fratelli se ne starà al Parare de detti Sig e Passa con Palle favorevole n 76 e 3 contrarie.

Sotto la Cassa è inoltre visibile la scritta dell’ebanista che realizzò la macchina portante: 1675 30 marzo opera GianAndrea Remorino ebanista.

Così venne costruita la Cassa della “Madonna do cicioin” del nome dialettale della crocchia con cui è rappresentata la Vergine.

La Cassa processionale (22)

Note Legali

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Dal 1675 al 1720 sono gli anni di maggior sviluppo della nostra Confraternita con numerosi lasciti documentati segno della riconoscenza del servizio che la Confraternita prestava alla comunità. I lasciti vennero utilizzati per le opere di carità e per impreziosire maggiormente il corredo liturgico presente all’interno.

Ad esempio i libri del 1757 riportano che la Confraternita stipendiava un chirurgo (nel 1767 diventarono due) che era a disposizione di tutti i confratelli iscritti.

Nel 1749 la Confraternita é invitata a partecipare al Pellegrinaggio a Roma in occasione dell’Anno Santo del 1750. Purtroppo i Confratelli devono dichiarare la loro impossibilità a intraprendere il pellegrinaggio poiché reduci dalla recente guerra, la guerra di successione austriaca, che dal 1746 fino ai primi mesi del 1748 aveva visto anche tante aree del Ponente genovese occupate e devastate dalle truppe austriache e piemontesi. → Approfondimento su questa corrispondenza.

Il 9 febbraio 1811 con ordine del Governo Francese che grazie a Napoleone aveva conquistato l’Italia venne ordinata la chiusura completa della Confraternita.


Dopo Napoleone

Con la caduta del regime nel 1814 la Confraternita potè riprendere la sua attività e per ringraziamento fu indetta una solenne processione all’Acquasanta.

I confratelli riuscirono a non far cadere in mani altrui i beni e le opere d’arte dell’oratorio.

Nel 1816 fu stabilito di celebrare in perpetuo negli ultimi tre giorni di Carnevale un triduo solenne a suffragio di fratelli e sorelle defunti: le solenni quarant’ora che tutt’ora vengono celebrate.

La vita della Confraternita riprese in pieno con i momenti di preghiera, la devozione a Maria (specialmente nei momenti di grandi difficoltà).

Dal 1900 essendosi profondamente modificata la realtà della delegazione, che da un ‘economia agricola stava evolvendo verso un’economia industriale, l’Arciconfraternita cominciò a prestare aiuto agli operai disoccupati, come accadde nel 1901 durante una delle tante crisi industriali di allora.

Nel 1919 vi fu un grandioso pellegrinaggio alla Guardia in ringraziamento per la cessata epidemia e per la fine della guerra.

Processioni alla Guardia negli anni ‘900 (35)

Note Legali

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Nel 1940 furono sospese le processioni solenni per via della guerra, ma continuarono i pellegrinaggi e le funzioni in forma semplice.

Dai verbali del 1957 siamo informati che durante la guerra tutti gli oggetti preziosi erano stati nascosti per evitare che venissero trafugati. Le attività ripresero normalmente.


I giorni nostri

Nel 1977 venne restaurato l’interno dell’oratorio con il contributo dei confratelli e di numerosi benefattori.

Nel corso degli anni successivi la vita della Confraternita proseguì fino ai giorni nostri con la dedizione alla preghiera comunitaria e la cura del patrimonio artistico perché fosse tramandato alle generazioni future.

Immagini di vita attuale (35)

Note Legali

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Successione dei Superiori

Dal 1597 ad oggi l’elenco delle persone che si sono susseguite nella carica di Superiori dell’Arciconfraternita: un incredibile e commovente rosario di nomi che danno senso e identità ai nostri giorni e ci raccontano le nostre radici.

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